SniperInsight : edizione 06.11.25
SniperInsight : edizione 06.11.25
SniperInsight : edizione 06.11.25
SniperInsight : edizione 06.11.25
Sniper Insight è il nuovo format settimanale ispirato alla rassegna stampa Sniper Week, pensato per offrire un approfondimento sintetico e ragionato sui temi più attuali.
Ogni episodio parte da una notizia delle principali testate e ne analizza in modo diretto i fatti, le cause e le possibili conseguenze.
Questa settimana da Notizia Oggi Vercelli
Da metà settembre lo stabilimento Sacal Alluminio Spa di Carisio è sotto sequestro giudiziario.
La decisione è stata presa dal Tribunale di Vercelli, su richiesta della Procura, nell’ambito di un’inchiesta per inquinamento ambientale.
Due responsabili della fonderia sono indagati: l’accusa sostiene che abbiano provocato gravi danni ad aria, acqua e suolo, “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”.
Per evitare un aggravamento dei reati contestati, è stato nominato un amministratore giudiziario incaricato di gestire il sito e completare le bonifiche già iniziate.
Il documento del GIP del Tribunale di Vercelli è chiaro: l’area della Sacal di Carisio è più contaminata dell’Ilva di Taranto per quanto riguarda le diossine (PCDD/DF) e i PCB (policlorobifenili).
Le analisi dell’ARPA Piemonte, effettuate tra il 2011 e il 2023, indicano valori di inquinamento fino a 15 volte superiori ai limiti europei.
Il picco massimo è stato registrato nel 2021 con oltre 120 picogrammi per metro quadro al giorno, mentre il limite di riferimento del Belgio è fissato a 8,2.
Anche nel 2023 i valori restano altissimi, attorno a 90 picogrammi.
Nonostante l’impianto sia inattivo da tempo, l’inquinamento non si è fermato.
Le colline di scorie accumulate negli anni continuano a “spolverare” polveri tossiche nell’ambiente, mantenendo alta la contaminazione dell’aria.
Secondo l’amministratore giudiziario, anche il traffico autostradale e i fuochi agricoli contribuiscono a risollevare le particelle contaminate, rimettendole in circolo.
Il rischio di diffusione resta dunque concreto, nonostante la chiusura dello stabilimento.
Le operazioni di Messa in Sicurezza Permanente (MISP), già avviate sul sito, sono state sospese per mancato pagamento da parte della proprietà.
Parliamo di circa 200 mila euro dovuti all’azienda che stava eseguendo i lavori.
La conseguenza è duplice: rallentamento della raccolta del percolato, aggravamento del rischio ambientale.
L’amministratore giudiziario ha già segnalato la situazione al giudice e alla Procura.
La vicenda Sacal non è solo ambientale. È anche industriale e sociale.
I lavoratori sono da tempo in Cassa Integrazione Straordinaria, che terminerà a dicembre ma dovrebbe essere rinnovata fino al 2026.
Di fatto, la produzione è ferma e la storia industriale di Sacal è chiusa.
Resta però una ferita ambientale aperta: un sito altamente contaminato, con costi di bonifica elevatissimi e il rischio concreto di diventare “orfano”, senza prospettive di recupero.
Sul piano giudiziario, la vicenda è ancora tutta da chiarire.
Le eventuali responsabilità saranno accertate solo nei tre gradi di giudizio.
Ma i dati ambientali – raccolti in oltre dieci anni di monitoraggi – parlano chiaro:valori record di diossine e PCB, contaminazione dell’aria e dell’acqua, mancata messa in sicurezza del sito.
Serve un intervento rapido e coordinato tra istituzioni, azienda e territorio per evitare che Carisio diventi un nuovo simbolo del degrado ambientale italiano.
Su Sniper Insight continueremo a seguire la vicenda, con aggiornamenti settimanali e nuovi approfondimenti.
